Ardor, oltre un secolo di storia




Tra le poche società centenarie di Padova, l’Ardor ha un posto di rilievo (sopra la prima squadra della storia ardorina). Fondata nel 1908, all’interno del patronato del Santo da padre Carlo Maculan, dell’ordine dei Giuseppini del Murialdo, l’Ardor ha una storia assai singolare che si lega a quella del Calcio Padova. Il primo presidente è Luigi Malpiero. Sempre bisognosa di soldi, come tutti i club dilettantistici, nel 1938 l’Ardor si accorda con il presidente del Padova, Bruno Pollazzi, di occuparsi della vendita dei biglietti ai botteghini per le partite interne dei biancoscudati.

Mario Michelon
Mario Michelon

L’obiettivo della trentina di ardorini che portano avanti questo incarico, è ambizioso: risparmiare quanto basta per costruire una propria palestra! Nel 1950, l’Ardor stipula analogo contratto con la Fiera di Padova. Quello con il Padova durerà per quarant’anni; quello con la Fiera “appena” diciannove.
Il sogno si realizza nel 1968, quando viene costruito l’impianto di via San Pietro. Ora che ci sono finalmente degli spazi adeguati, l’Ardor amplia la propria attività: non più solo ginnastica artistica maschile, ma anche femminile e ritmica. L’Ardor, nel 1988, si dà anche una nuova struttura societaria, diventando una cooperativa senza fine di lucro. Ogni quota vale 20 mila lire e viene sancito che in caso di scioglimento della società, nessuno intascherà un soldo, perchè tutto diventerà proprietà dello Stato.

Maurizio Milanetto
Maurizio Milanetto

A prendere una decisione tanto romantica è in primis il presidente Mario Michelon, che è a capo del’Ardor dal 1935 e che vi rimarrà fino al 1991, la bellezza di 56 anni. A succedere a Michelon sarà Arrigo Rossanase e sotto la sua presidenza viene inaugurata nel 1999, l’attuale palestra di via del Plebiscito.

L’Ardor ha avuto tre atleti che hanno partecipato alle Olimpiadi. Il primo è stato Luigi Zanetti, nel 1948 a Londra, quindi Maurizio Milanetto, a Monaco di Baviera nel 1972 ed infine Ruggero Rossato, in gara a Barcellona nel 1992. Tra le donne Beatrice Zancanaro ha “sfiorato” la qualificazione a Pechino nel 2008, mancandola di un solo quarto di punto.

Beatrice Zancarano
Beatrice Zancarano

Singolare la storia di Zanetti. Vinse la medaglia d’argento nella prova individuale di volteggio, ma gli venne “revocata” nel 2005 a seguito di un reclamo della Finlandia. In Effetti Zanetti era giunto quarto (dietro ai finlandesi Paavo Altonen, Veikko Huhtanen e Lars Savoldainen), ma un clamoroso errore dei giudici gli assegnò, appunto, la seconda piazza. Zanetti, quando già si era trasferito in Toscana, a Prato, sarà il primo allenatore del grande Jury Chechi.