Vince la Francia. Ma che Italia!!




Francia – Italia 23 – 21 (pt 10 – 8)

Marcatori: 8’ dr. Canna, 15’ mnt Vakatawa, 26’ mnt Parisse, 33’ mnt Chouly, 44’ cp Canna, 46’ m. Canna tr. Canna, 60’ m. Bonneval tr. Plisson, 69’ cp Plisson, 74’ cp Haimona, 76’ cp Plisson

Arbitro: JP Doyle

Parigi – Occasione mancata. Mettiamola così. La Francia vista oggi a Saint Denis è espressione di un super campionato (il Top 14) che si gioca con la Premiershipè inglese lo scettro di miglior torneo continentale. L’Italia assemblata dal partente Brunel nasce, invece, dalla spremuta di talenti generata da  due franchigie di Pro 12 stabilmente nelle parti basse della graduatoria, da due spruzzatine di un campionato domestico (Eccellenza) poco o punto competitivo e da una manipolo di emigranti di lusso impegnati, da anni, a tirare una carretta sempre più pesante, con ruote che spesso sembrano quadrate. Bene: chiariti i termini della questione anche in senso generale, e prima di addentrarci (non lo faremo) nei meandri di interpretazioni e letture tecniche sempre pericolose, tocca dire che se questi sono i rapporti di forze… l’Italia che al 30’ è sopra 8-5 è una signora squadra. E la Francia che per mezz’ora ha solo balbettato un rugby presuntuoso e inefficace è, invece, sbiadita e lontana parente di quella che qualche anno fa invitava a sognare e faceva scuola nel mondo. Poi (33’) è arrivato il sonno generale degli Azzurri, dopo l’in avanti volontario fischiato a Parisse, che ha permesso la meta di Chouly sulla bandierina di destra. E il tempo si è chiuso sul braccio maledettamemte corto di Campagnaro (buco di Canna di pura a gilità) che per un paio di millimetri non ha schiacciato sulla linea bianca l’ovale che avrebbe scritto la storia. E premiato gli audaci.

Poi la ripresa si apre con uno scippo di Sarto che piomba come un rapace su uno stordito Medard e per un pelo…. E Canna ci mette la zampata che vale il sorpasso (44’). Sognare non costa niente. E infatti al 46’ Canna arriva come una schioppetata su un palla che Gori gli consegna per una meta che profuma di trionfo. Nel frattempo la Francia  (sia detto senza offesa) è il nulla più assoluto. E l’Italia ci fa un figurone. Anche perché la spocchia degli uomini di Guy Noves (benvenuto!) è notevole (il loro andare al largo dalla propria linea di meta è roba da pernacchie), pari solo alla loro disarmante inconsistenza.  Poi al 60’ vincono due impatti (i primi in sequenza sull’asse) e Bonneval (Canna non placca come avrebbe dovuto) fila sulla bandierina di sinistra e Plisson non sbaglia la difficile trasformazione.

Parte l’ultimo quarto con l’Italia avanti di uno e con Campagnaro che commette il primo (unico) in avanti della sua gara. Davanti entrano Zanusso e Castrogiovanni, dagli spalti si alza una Marsigliese che odora di pericolo incombente. La Francia ci nasconde il pallone ma non fa male. L’unico dubbio è sul livello della benzina che ancora possiamo avere nel serbatoio.  Plisson (69’) mette fra i pali i punti del sorpasso. Poi è solo ping pong rugby e la ricerca di un po’ di territorio con annessa possibilità di spararae un drop  o dimettere un calcio. L’occasione arriva al 73’, da meno di 40 metri a destra dei pali. Ci prova Haimona e siamo ancora davanti noi! Al 76’ Parisse becca un tenuto che… (sicuro Mr Doyle?) Bonneval trasforma in un controsorpasso che uccide. E che ci risveglia da un sogno meraviglioso buttandoci proditoriamente giù dal letto. Merde!