NBA – L’addio di Kobe e il record di Golden State




PIANETA NBA – 3

di Enrico Sbrocco

La notizia della settimana è che Kobe Bryant ha annunciato ufficialmente il proprio ritiro alla fine della stagione in corso, lasciando aperta invece la possibilità di un’ultima passerella con team Usa alle prossime Olimpiadi di Rio. Il Mamba ammirato in questo scorcio di stagione è difficile da commentare. Kobe ha trascorso le ultime due stagioni in tribuna, alle prese con irabilitazioni lunghissime e debilitanti. Il fisico logorato da una serie di infortuni non è più quello di un tempo.  Insomma, la decisione è quella giusta e Bryant finirà la stagione con una serie di passerelle in ogni arena Nba, come è giusto che sia, come merita. I suoi Lakers, al momento, si trovano ai piani bassissimi di una Western Conference combattutissima, addirittura sono riusciti a regalare la prima vittoria a Philadelphia che ha interrotto così la striscia negative di 18 sconfitte in questo tribolatissimo inizio di stagione.

Guardando a chi di problemi pare non averne: i Golden State Warriors hanno fatto registrare la migliore partenza di sempre (19-0 e il tassametro corre), aggiornando record giornata dopo giornata.  Curry al momento viaggia a oltre 31 punti di media e ha messo a segno più triple di tutta la squadra di Brooklyn e Minesota. Dramon Green è stato protagonista di due triple-doppie di fila messe a segno contro Phoenix e Sacramento. Inseguono convincendo i San Antonio Spurs  guidati da uno scatenato Leonard che viaggia a 22 punti di media con il 52% dal campo e un impressionante 49% dalla linea dei tre punti. Il ritorno di Kevin Durant sulle scene, dopo un forzato stop di 10 giorni per un infortunio alla gamba, ha coinciso  con quattro vittorie di fila per la squadra dei Thunder che ha proiettato la squadra al terzo posto in Conference. Seguono , in gruppo, Memphis, Dallas e i Los Angeles Clippers che dopo qualche sconfitta di troppo guadagnano dosi vitali di ossigeno grazie alle tre vittorie consecutive maturate l’ultima settimana. Dietro, staccate di un paio di vittorie, i sorprendenti Utah Jazz che con un gruppo solido costruito negli ultimi 3 anni stanno facendo più che un pensierino alla post season che manca ormai da 5 anni. Huston è ancora fuori dalla zona playoff e dopo il cambio in panchina, con l’arrivo di coach Bickerstaff, le cose non sembrano migliorare con la squadra nelle mani di un James Harden  molto criticato nelle ultime uscite per il suo continuo e assoluto disinteresse nella metà campo difensiva. Brutte notizie per I Denver Nuggets e per il nostro Danilo Gallinari. Dopo una partenza che aveva fatto bene sperare la formazione del Colorado si ritrova ora nei piani bassi della Conference, cavalcando una stricia di 7 sconfitte consecutive.

 

A Est i Cavs (13-5) di Lebron James guardano tutti dall’alto in basso con una sola vittoria di vantaggio sugli Indiana Peacers, la squadra più in forma nella Conference orientale, che viene da una settimana perfetta e da una striscia aperta di 5 vittorie, ispirate da un indiavolato Paul George tornato ai livelli cui ci aveva abituato prima del bruttissimo infortunio che lo ha bloccato per la scorsa intera stagione. Paul viaggia ora a 27 punti a partita col 45% dal campo, stessa percentuale che detiene da oltre l’arco. Seguono i Chicago Bulls che nel match clou  della settimana hanno sconfitto i San Antonio Spurs per 92-89 con una superba prova corale. La squadra della città col vento ha difeso alla grande, mandando ben 5 giocatori in doppia cifra. Miami fa la voce grossa, scala la classifica inanellando 7 vittorie nelle ultime 10 uscite e si piazza al quarto posto. La franchigia della dello stato della Florida ha trovato un buon assetto di squadra che permette a ben sei giocatori di avere una media superiore ai 10 punti. Si tratta di Wade, Dragic, Green, Whiteside, Deng e Bosh, il solo che viene impiegato oltre i 30’. Sintomo di una panchina lunga, pesante e di grande qualità.  Atlanta perde posizioni anche per colpa di una calendario sfavorevole che prevede una tourneè ad Ovest. I Magic occupano l’ultimo posto disponibile per i playoff a Est, le 4 vittorie consecutive fatte registrare dai giovani  di Orlando, comandati dagli ispirati Victor Oladipo, visto in grande forma atletica e protagonista di giocate incredibili, e Elfrid Payton, giovane play giunto al suo secondo anno, che si sta prentendo sempre più responsabilità, 10.7 ppg e 6.4 apg le sue cifre. In difficoltà entrambe le franchige della grande mela. New York e Brooklyn deludono i propri tifosi, al Medison passa Huston all’overtime 111-116 che coincide con la quarta sconfitta consecutiva per la squadra manovrata da Phil Jackson. Brooklyn (5-13) nonostante le ultime due vittorie consecutive è penultima ad est con il Mago Bargnani ormai ai margini delle rotazioni di coach Lionel Hollins.