Rugby: Giovanni Marchetto, il rugby-globetrotter che – forse – si voleva fermare

Giovanni Marchetto: uno scudetto col Petrarca nel 2018, nel prossimo campionato giocherà ad Alghero in serie A.



Un cambio di casacca inizialmente non preventivato: destinazione Alghero.  
di Enrico Daniele

(Le foto dell’articolo sono riprese dalla pagina Facebook del giocatore)

Vero e proprio “globetrotter” del rugby nostrano, Giovanni Marchetto“Ciccio” per tutti i rugbisti – è uno dei giocatori che quest’anno lasciano il Petrarca Rugby e, alla stregua di altri suoi compagni, lo ha fatto con un messaggio sui social.

Possiamo anche non essere d’accordo, ma è evidente che questa nuova metodologia comunicativa è figlia di questi tempi ai quali anche il rugby nostrano si adegua. Magari non tutto…ma tant’è!
Chiusa parentesi.

ESORDIO I PRIMA SQUADRA COL PETRARCA A 18 ANNI
Tallonatore, classe 1985, figlio d’arte (anche il padre Sandro è stato un giocatore del Petrarca negli anni ‘80, per ben cinque volte campione d’Italia), Giovanni aveva iniziato la carriera nelle giovanili del Rubano per approdare in Under16 col Petrarca ed esordire in prima squadra a 18 in Coppa Italia, chiamato dal tecnico di allora, Rodolfo Ambrosio.

A 21 inizia il suo tour dell’Italia ovale: Alghero (A), ritorno per una stagione a Padova (Super10), poi Udine (A), Romagna (A), Rubano (A), L’Aquila (Eccellenza – da capitano della squadra), Prato (Eccellenza) e ritorno al Petrarca nel 2016-17 (Eccellenza) dove nel 2018 corona il sogno comune a molti giocatori: vincere lo scudetto con la maglia della propria città.

AL PETRARCA NON AVEVA UN FUTURO
Ma, a quasi 35 anni (li compirà il prossimo 7 ottobre), non è finita qui, come poteva sembrare.
Smetto – aveva ipotizzato in un primo momento – per dedicarmi anima e cuore all’attività di famiglia – che opera nel campo della ristorazione – o magari continuo a giocare, cercando di conciliare lo sport col lavoro”.

Però, appurato che al Petrarca non ci sarebbe stato un futuro per lui e ad un passo dall’appendere gli scarpini al chiodo per indossare i panni del ristoratore, alcuni contrattempi lo hanno costretto a rivedere velocemente i suoi piani e preparare le valige per la Sardegna: destinazione Alghero, dove aveva lasciato un bel ricordo e tanti amici.

Gli chiediamo di spiegarci come stanno effettivamente le cose.
L’avventura dell’Osteria XV della Colonna si è improvvisamente interrotta a malincuore e per cause indipendenti dal nostro volere – ci dice Marchetto. – Mi sono ritrovato a dover decidere cosa fare dall’oggi al domani e devo ammettere che il periodo che stiamo vivendo ha influenzato sulla mia scelta di non puntare su una nuova attività di ristorazione, almeno per il momento. L’Alghero mi ha offerto questa bella opportunità che ho scelto di cogliere al volo, sia perché avrò così la possibilità di giocare ancora in un’ambiziosa squadra di serie A, sia perché, comunque, Alghero mi era sempre rimasta nel cuore”.

IL TRICOLORE NEL 2018, CORONAMENTO DI UN SOGNO
Un ritorno di fiamma, ma tra tutte le esperienze vissute, è la stagione dello scudetto 2018 che Giovanni non potrà mai dimenticare.
La vittoria dello scudetto è stata il coronamento di un sogno che fa la differenza tra tutte le esperienze passate, seppur belle. – ci racconta Marchetto Oltre al titolo conquistato, rimarrà sempre il legame che si era creato tra noi giocatori, il nostro essere “Gruppo”. In un campionato di squadre eccellenti – Calvisano, Rovigo, Fiamme Oro, le altre semifinaliste – l’unione, dentro e fuori dal campo, ha costruito il trionfo che ci ha portati sul gradino più alto del podio. Questo per me sarà il ricordo più bello di quella stagione. E i drop di Menniti Ippolito – aggiunge infine sorridendo”.

Adesso, nella bacheca di casa Marchetto, gli scudetti sono 6.

Capitano con la maglia de L’Aquila in Eccellenza, una delle squadre dove ha giocato.

LE BANDIERE ESISTONO ANCORA
In questa anomala stagione sportiva, al Petrarca ha fatto discutere parecchio l’uscita di alcuni giocatori di casa. Ci riferiamo in particolare a Saccardo e Conforti. Lo scorso anno era successo la stessa cosa per il trasferimento di Menniti Ippolito, finito nientemeno che in braccio al “nemico storico” oltre Adige.

Ammesso e non concesso che questo faccia parte di un “normale avvicendamento” abbiamo chiesto a Marchetto se, dal suo punto di vista di giocatore esperto e conoscitore di molte realtà ovali italiane, esistono ancora le cosiddette bandiere.

I tempi sono cambiati – risponde Marchetto – Con l’avvento del professionismo e del Pro14 è più difficile che un giocatore rimanga stabilmente nella sua squadra di origine. In ogni caso ci deve essere la volontà di entrambe le parti perché questo accada. Ciò detto – continua sicuro – sì, direi che le bandiere esistono ancora. Vedi ad es. Luca Nostran e Andrea Bettin, che è ritornato proprio quest’anno al Petrarca dopo la parentesi a Colorno. Ma giocatori come Conforti, Menniti-Ippolito e Saccardo, nonostante loro malgrado abbiano dovuto prendere strade diverse, bandiere lo sono diventate! Hanno dato tantissimo per la maglia della propria città, un esempio per tutti quanto a dedizione, passione e senso di appartenenza. Saranno sempre parte della storia del Petrarca: lo scudetto tatuato sul petto non glielo leva nessuno…e non solo in senso figurato!”

Una risposta accorata, sincera, perché quando si fa parte di un gruppo con all’interno i nomi citati da Marchetto, viene naturale a tutti elevarli a “bandiere”, così come lo diventano agli occhi dei tifosi, indipendentemente dai successi.

COSA MI MANCHERA’? MIO NIPOTINO DANIELE
“Ti mancherà di più Padova, l’Osteria XV della Colonna o che cosa?” gli abbiamo chiesto al termine di questa chiacchierata.

“Inizio questa nuova avventura molto entusiasta e con una gran voglia di tornare in campo che mi è mancato molto dopo questo lunghissimo stop imposto dall’emergenza Covid-19. Mi aspetto una stagione ricca di soddisfazioni…e con vista mare. Le ambizioni dell’Alghero sono semplici: vincere tutte le partite e non vedo l’ora di poter dare il mio contributo! Cosa mi mancherà? Mio nipotino Daniele! – conclude scherzando Marchetto

Ai tifosi padovani mancherà sicuramente la sua grinta e combattività in campo. A quelli che andavano a trovarlo all’Osteria mancherà la cucina sua e di papà Sandro.
Ad entrambi i nostri migliori auguri con l’auspicio di rivederli presto nei rispettivi ruoli.

Ieri, oggi e domani: a sx con la maglia dell’Alghero, a dx con papà Sandro in cucina. Domani ancora con la maglia dei sardi per un campionato di serie A.