Busca e Nardi, il bilancio del basket padovano




di Giovanni Pellecchia
Per il movimento cestistico locale dopo la festa e i riconoscimenti, nei due fine settimana centrali di giugno attraverso il Galà del Basket Padovano (sabato 11 al PalaBerta di Montegrotto Terme) e il Gran Galà del Basket Veneto (domenica 19 al Teatro Altaforum di Campodarsego), in attesa della prossima stagione è ora il momento dei bilanci.
Da questo punto di vista, decisamente autorevoli sono i pareri espressi in due lunghe interviste. L’una rilasciata dal capitano della Broetto Virtus Leonardo “Leo” Busca, l’emblema stesso del basket padovano di questi ultimi venticinque anni (specie dopo il suo ritorno in città, cinque anni fa, e la recente premiazione del Cenacolo club cittadino di cultura sportiva che l’ha insignito con il prestigioso “Michelangelo”), nell’edizione odierna del quotidiano “Il Gazzettino”. L’altra dello stesso presidente Fip provinciale Roberto Nardi con il popolare fotografo e blogger locale Adriano Volpin, alias Papà Fox.
«Tornato in città, ho potuto osservare il basket padovano sicuramente da un osservatorio privilegiato – ammette Busca – visto che la Virtus è la realtà al top. Quando ero fuori, invece, ne ho seguito tutta la parabola: con la discesa prima e la scomparsa poi. Attualmente, comunque, mi sembra un movimento in salute supportato da grande passione ed entusiasmo. Forse, con l’unica pecca di una realtà frammentata e la dispersione. Il dualismo dei primi anni ’90 tra Petrarca e Virtus (con entrambe le società promosse prima in B d’Eccellenza e poi in A2, ndr), da questo punto di vista, portò grande energia e fu di stimolo alla crescita. Se manca un mecenate? Più che il grande sponsor-proprietario, io preferisco un pool sull’esempio della stessa Reggio Emilia finalista. Ma la vera progettualità e il rilancio sta nel settore giovanile: lì, infatti, devono allenare gli allenatori più bravi se si vogliono formare buoni giocatori».

ROBERTO NARDIPiù articolata, quella del presidente Nardi che ha toccato più punti. Due in particolare: 1) Ultima stagione; 2) Prospettive.
1) «E’ stata un’annata di alti e bassi per il basket padovano, abbiamo avuto le squadre militanti nei massimi campionati che si sono ben comportate (serie A Femminile, B maschile, C Gold) ma dobbiamo registrare delle retrocessioni di squadre padovane nei campionati regionali (C Silver e D). Fortunatamente il settore femminile è andato alla grande registrando ben tre promozioni dalla B alla A2 e dalla Promozione alla C per le ragazze di San Martino e dalla C alla B per le “guerriere” della Pall. Femminile Padova. Darei quindi un bel 7 alla stagione 2015/2016. La Virtus ha disputato una stagione fenomenale, andandosi a giocare i playoff con la corazzata Udine (poi promossa in A2) e riportando la pallacanestro a calcare il parquet cittadino della Kioene Arena (ex San Lazzaro), coinvolgendo una quantità di pubblico da anni non più presente nei nostri palazzetti. Anche la neonata Unione Basket Padova ha affrontato positivamente un campionato tosto e agguerrito qual è la serie C Gold, come “anno zero” credo si possa essere più che soddisfatti. La punta di diamante del basket padovano rimane comunque la qualità e la quantità del settore giovanile, maschile e femminile, che va a formare la vera colonna portante del nostro movimento, da qui nascono e crescono i futuri campioni!».

2) «Un progetto e un target (quello del palasport da dedicare solo al basket di cui ha parlato l’assessore allo sport comunale Cinzia Rampazzo, ndr) al quale puntare. Con l’Amministrazione stiamo sviluppando un planning per realizzare la “casa del basket padovano”, per fare ciò sono necessarie una serie di condizioni che coinvolgono Amministrazione, Federazione e Società, sulle quali non abbiamo mai smesso di lavorare. Ben consapevole delle difficoltà economiche del momento, credo comunque importante poter assicurare ai circa 10.000 tesserati F.I.P. padovani gli spazi e gli impianti che meritano. Non credo ci sarà un prossimo “presidente provinciale”. A seguito della recente riforma federale (che non condivido), sono state accentrate a livello regionale le competenze di Ufficio Tecnico e Amministrativo, lasciando a livello territoriale il compito di “promuovere l’attività della pallacanestro”. Per questo credo che nell’Assemblea Federale di dicembre, che designerà il nuovo Presidente Federale, si voterà anche il passaggio da “presidenti” a “delegati provinciali”, non più eletti ma per l’appunto nominati dai Presidenti regionali. Io ritengo di aver fatto ciò che era nelle mie corde, lascerò quindi l’incarico a chi potrà sicuramente dare nuova spinta e rilancio all’attività provinciale, con l’augurio che possa ritrovarsi a lavorare per il bene del basket con un gruppo di persone straordinarie, come ho avuto l’onore io di coordinare in questi quattro anni».