Calcio. Il Padova premiato dal Panathlon




Per una volta al Panathlon Padova si è parlato di calcio. Raro negli incontri tematici tradizionalmente organizzati alla Piroga di Selvazzano, in cui in genere si mettono in vetrina sport meno conosciuti, ma doveroso, perché al centro della serata c’erano loro, i Biancoscudati Padova, reduci dalla promozione appena conquistata in Lega Pro e presenti con l’amministratore delegato Roberto Bonetto, il team manager Pierino D’Ambrosio, l’allenatore Carmine Parlato, il terzino Michael Salvadori e il responsabile dell’ufficio stampa Massimo Candotti, in rappresentanza della società.

Dietro alla loro “avventura”, con la società ripartita in questa stagione dalla serie D, «c’è stata una buona dose di incoscienza» ha ricordato Bonetto col sorriso. «Ma abbiamo voluto prendere la palla al balzo quando Padova ha rischiato di ritrovarsi senza calcio dopo 105 anni di storia. Abbiamo ricominciato da zero. Ricordo che quando siamo partiti per il ritiro di Asiago non avevamo nemmeno le bottigliette d’acqua e i giocatori erano vestiti uno diversamente dall’altro: non sembravamo nemmeno una squadra di calcio».

Tante le domande dei presenti, ovviamente rivolte anche al futuro. «Posso dire che cercheremo di conservare lo spirito di questa stagione: i giocatori che arriveranno a rinforzarci dovranno avere lo stesso profilo: essere bravi calciatori ma soprattutto brave persone. Il nostro primo obiettivo? Portar ancora più padovani allo stadio, renderlo più sicuro e, ancor più di oggi, un luogo in cui tutti, anche le famiglie, possono divertirsi» ha continuato l’ad della società.

Per il Padova si è chiuso un campionato di serie D costellato da primati, a partire da quello del maggiore numero di vittorie ottenute in 105 anni di storia (27), superando il migliore dato precedente di 21 successi che risaliva alla stagione 1947-48 in serie B. Superata pure la migliore striscia di vittorie iniziali (otto). E nel girone C la squadra ha travolto le avversarie, con il miglior attacco (77 reti, media di 2.26 a gara) e la miglior difesa (30 gol al passivo). La media punti ottenuta (2.5 a partita) vede i Biancoscudati al primo posto di tutte la categorie dalla serie D alla serie A. E, per tutto questo, il merito è in misura considerevole di Carmine Parlato: «Quando sono arrivato qui avevo due missioni: riportare il Padova in Lega Pro e riannodare i fili con la gloriosa storia di questa società. E’ stato importante vedere che quando vincevamo non eravamo solo noi a farlo, ma tutto l’ambiente».

Michael Salvadori, ventenne promettente terzino, ha descritto le emozioni vissute entrando per la prima volta da giocatore biancoscudato allo Stadio Euganeo. «Sono stato ingaggiato dall’Union Ripa La Fenadora, squadra che richiamava in media 200-300 spettatori a partita. A inizio stagione sapevo che avrei affrontato il Padova e che ci sarebbe stata anche la diretta di Rai Sport nell’occasione. Poi, quando ho saputo che questa società mi cercava non mi pareva vero. Quando ho affrontato la mia ex squadra è stata un’emozione unica uscire dal tunnel dell’Euganeo e ritrovarmi davanti così tanta gente sugli spalti».