
di Giorgio Miola
Sono trascorsi ormai una ventina di giorni da quel magico 25 aprile che ci ha regalato da tifosi biancoscudati un’enorme gioia. Ma dopo l’estasi di Lumezzane e del bagno di folla che in serata ha accompagnato la squadra nel suo ritorno in città con delle immagini indimenticabili nelle piazze e in Prato della Valle, ci rendiamo conto che nonostante il passare dei giorni l’ondata di passione calcistica nostrana rimane ancora ai massimi livelli e non accenna a calare a dimostrazione che la portata dell’evento è stata di grandissimo impatto.
La spiegazione di tanta gioia è semplice e non sta solo nel film di una stagione degna del miglior sceneggiatore e della continua sfida con un Vicenza che al di la del campanilismo si è rivelato un degnissimo avversario, ma si spiega anche nella storia degli ultimi sei anni nei quali, nonostante gli sforzi, il salto di categoria si è man mano trasformato in una vera e propria chimera.
Nella gioia di oggi c’è anche lo scoramento derivato dalla mancata promozione del 2021 quando il Padova finì primo in classifica a pari merito con il Perugia ma in svantaggio per la differenza reti e arrivò in finale playoff con l’Alessandria soccombendo all’ultimo rigore, ma c’è anche la delusione dell’anno successivo dove i biancoscudati ancora una volta secondi alle spalle del Sudtirol dopo una rincorsa all’ ultimo respiro, cedettero pesantemente nella finale playoff a Palermo.
Arrivare secondi per ben tre volte e mancare per un soffio l’obiettivo lungamente accarezzato è fonte di grande delusione e scoramento per qualsiasi appassionato ed è per questo che oggi la nostra soddisfazione è ancora più grande e si giustifica il suo prolungamento ad oltranza.
Ma c’è un altro fattore che a nostro avviso ci gratifica non poco in questo esilerante finale di stagione e ci farà ricordare quest’annata in modo indelebile, ovvero la grande capacità di questa squadra di farci emozionare.
Il mestiere del tifoso vive di diversi stati d’animo, prima del match tutti abbiano grandi aspettative, speriamo innanzitutto di vincere, di vedere del bel gioco e di segnare tanti goal. Negli ultimi anni qui a Padova, queste sono state tante illusioni mancate perché, anche nei momenti più felici, ricordiamo tante partite soporifere e tanti finali di partita che ci hanno lasciato insoddisfatti.
Quest’anno, grazie alla perfetta regia del direttore sportivo Mirabelli, che ha approntato nell’arco di un biennio, con le risorse disponibili, e senza strafare una rosa degna delle nostre ambizioni chiamando in panchina un giovane allenatore ai più quasi sconosciuto ma di grandi prospettive, la musica è totalmente cambiata. Non ricordiamo in trentotto partite una volta in cui siamo usciti dallo stadio delusi, anzi, ricordiamo tantissime occasioni in cui ci siamo stropicciati gli occhi per il bel gioco e soprattutto il grande cuore di questa squadra.
E poi non dimentichiamo le sensazioni forti dei derby con il Vicenza, l’Euganeo pieno all’andata dopo il deserto delle prime uscite o l’incredibile pareggio di Spagnoli al Menti per non parlare del match di Trieste con il frenetico susseguirsi di notizie culminati al 95’ con la gioia del controsorpasso con i berici.
Abbiamo ricordato solo i momenti topici ma la passione che il Padova ci ha regalato in questa stagione ci ripaga di tanti bocconi amari digeriti in passato e ci fa sperare in un nuovo inizio che finalmente sarà in un palcoscenico degno di questa società e della sua storia, la serie B.
E infine, ma non per ultimo, concedeteci un enorme grazie a Matteo Andrioletti, grande condottiero ma anche grande comunicatore, sempre schietto e disponibile nei rapporti con la stampa e con i tifosi anche nei momenti, per fortuna pochi più delicati. Ci ha regalato un Padova magico che, anche se sulla carta non era menzionato tra le squadre top, non solo ha vinto meritatamente il campionato restando in vetta 36 partite su 38 ma anche soprattutto gli ha dato un’anima un gioco e soprattutto ci ha regalato tante Emozioni.
Grazie Matteo e soprattutto grazie magico Padova!!